Dove cresce ciò che salva | Archivio sentimentale del movimento nasce a partire dal 2022 dall’incontro con Lamia Santolina, Casa giardino e Residenza d’arte di Cosimo Terlizzi e Damien Modolo situata nel comune di Carovigno, nella provincia di Brindisi.
Lamia Santolina si caratterizza come un luogo d’avanguardia rispetto alla relazione tra uomo e natura. Qui la presenza umana perde la propria centralità e si fa umile e semplice osservatrice di una natura che vive, genera e muore senza l’intervento dell’uomo.
La ricerca si dispiega in 4 tappe che seguono il ritmo delle stagioni: attraverso il mutamento del paesaggio, attraverso i cicli delle stagioni, avviene il contatto con la natura e la conoscenza con le piante. La sperimentazione della relazione passa diverse fasi, che vanno dall’indagine sul rito collettivo come recupero di un rapporto ancestrale, alla ricerca sul corpo che si fa elemento naturale fino al fare pratico che caratterizza la relazione con un giardino. Questa ricerca dà vita molto presto ad un archivio, una raccolta di suoni, foto, movimenti, esperienze sensoriali che investono sì i sensi ma anche, più profondamente, il sentire.
Il processo ora incontra una nuova fase e porta con sé una domanda:
come mettere in dialogo gli elementi raccolti, cosa raccontare dell’archivio e come?
La voce narrante di Francesca, fuori campo, diventa un espediente narrativo per raccontare il processo e accompagnare l’atto performativo, aprire domande e riflessioni sulla relazione essere umano-natura, ma anche per portare lo spettatore dentro ai pensieri che muovono il processo creativo stesso. Il racconto, dal tono informale, fa emergere i dubbi dell’autrice, il non sapere che muove ogni ricerca, ma anche la meraviglia dell’incontro con lo sconosciuto e con l’esperienza fisica passata e incorporata.
Si pone a fianco, come un testimone del corpo che sullo spazio scenico diventa esso stesso paesaggio, attraversato dalla memoria e dall’incorporazione di quegli specifici stati del corpo e della mente, della presenza quindi, che l’incontro con la natura ha dato vita.
La voce si fa corpo, presenza che conduce lo spettatore nella visione e nell’immaginazione. In un rincorrersi continuo tra l’ascoltato e il visto (e la loro non corrispondenza), ci si interroga con il limite che ogni creazione porta con sé: l’impossibilità a contenere tutto.
Sono solo alcuni degli elementi naturali incontrati (rami, avena fatua, lupini, radici, foglie e fango ecc) a trovare spazio sulla scena, tra tutti, le pietre: testimoni enigmatici, ossa della terra, scheletro del mondo, presenze forse, che più di altre ci consentono di percepire un possibile ricongiungimento intimo con il mondo in cui viviamo e che ci ha generato. Ci spingono forse verso una nuova consapevolezza: nel riconoscimento del diritto all’esistenza di tutte le creature.
Nello spazio chiuso del teatro si vuole portare dentro i tanti mondi attraversati con una convinzione, che diventa monito sotteso: è lì fuori, nella natura tutta, di animali e piante, il luogo da cui ripartire, e che la nostra vita, citando Ginevra Bompiani, è in mezzo a loro o non è.
L’esito segue una residenza artistica dal 23 al 26 febbraio e il laboratorio Dove cresce ciò che salva del 21 e 22 febbraio
Durata: 45′
Un progetto di e con: Francesca Foscarini
Idea e scrittura del movimento: Francesca Foscarini
Disegno sonoro: Fra De Isabella
Disegno luci: Elena Vastano
Sguardi che hanno accompagnato la ricerca: Chiara Bortoli, sorelle di damiano, Cosimo lopalco
Creative promoter: Silvia Ferrari
Produzione: Zebra
In collaborazione con: Lamia Santolina – Casa giardino e Residenza d’arte
Con il sostegno di: VAN associazione culturale, Centrale fies_art work space, Choreographic Centre Burgenland, TWAIN/periferie artistiche – Centro di Residenza del Lazio, Fuorimargine – Centro di Produzione di Danza e Arti Performative della Sardegna, Komm Tanz – Rovereto