È un argomento di discussione, cui non si danno risposte a parole. Sorakhe (che significa ululato) nasce dalla situazione di un giovane disilluso che esprime questo ululato quasi impossibile da formulare e cerca di collegarlo al corpo, come ultimo mezzo di espressione. Sento il risveglio di questi individui da una repressione onnipresente dove perdono forza. Il mio legame con il continente africano riporta queste situazioni nella mia vita quotidiana e pone queste domande singolari: perché, come, chi? In questo modo, lo spettacolo si pone di fronte a una mancanza di libertà di espressione, di mobilità, di fronte a un sistema in cui le priorità sono decidere, gestire l’interno e le periferie di un paese senza vedere il punto di vista dei giovani. Mette in discussione questo sistema che utilizza risorse naturali e umane e distorce la storia, il suo funzionamento, la sua economia.
Direzione artistica e coreografia: Said El Haddaji
Performers: Hamid El Idrissi, Manon De Matauco,
Said El Haddaji, Sanga Ouattara
Musica: Nass El Ghiwan & Hmadcha
Produzione: Compagnie Hna-Ya
Supporti: Centre National de la Danse de Lyon (Fr),
Institut Français du Maroc, Goethe Institut, Institut Français de Kenitra.
In collaborazione con Sardegna Teatro