DOM-

DARKNESS PICNIC

‘La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno’

Picnic at Hanging Rock

Un bivacco temporaneo per narrazioni notturne.
Intessendo una ricerca sull’atto del camminare e sul nomadismo con il tema dell’abitare leggero negli spazi pubblici, questa opera site-specific di DOM- invita il pubblico a un esercizio collettivo di riposo e sospensione.

Quando cala la notte, gli orologi si fermano, la percezione si dilata, e il paesaggio emette messaggi indecifrabili, languidi come il calore che sale dal suolo mentre l’umidità scende dal cielo e dai tronchi degli alberi. Indumenti di mussola si adagiano sull’erba e sulle rocce scure, qualcuno si perde. La natura allora si rivela nel suo pieno potere seduttivo, chiamando i corpi a sé, invitandoli a fermarsi e perdersi, emettendo un irresistibile richiamo ad andare oltre, a varcare la soglia tra sogno e veglia. Un grido al limite di un’esperienza da cui non si ritorna — o, se si ritorna, le parole non riescono a descriverla.

La performance, concepita come una lunga suite musicale e uno spazio di ascolto profondo, è divisa in tre parti:

Il Prologo: la performance inizia in uno spazio chiuso (teatro-cinema-sala), dove il pubblico ascolta un dialogo tra uno psicoanalista e un filosofo. Immersi nell’oscurità, si esplora il potere dell’”esterno,” la sua forza magnetica e la dimensione sovversiva del picnic. Si affrontano temi come la rottura delle gerarchie sociali intorno al tavolo, lo stato erotico dei corpi immobili uno accanto all’altro, le forme di ascolto e il crollo delle istituzioni.

La Camminata: dopo il prologo, una serie di cesti da picnic appare nel buio della sala, e il pubblico è invitato a prenderli e intraprendere una camminata verso il luogo del picnic.
Questo momento di cammino, una transizione, agisce come passaggio da un piano concettuale a un’esperienza sensoriale più tangibile. Le parole trovano il paesaggio che le ospita, arriva la luce del tramonto, e il gruppo si muove insieme verso un altrove.

Il Picnic: una volta arrivati, il picnic appare come un grande quadrato nero di 10×10 metri. Ci sono cuscini, pizzi, piatti di ceramica, posate d’acciaio e bicchieri di cristallo. Al centro, un grande buffet di cibo delizioso è allestito, con acqua e vino.
Si apre un periodo di tempo in cui apparentemente non accade nulla. Non c’è fretta; il corpo è libero di rilassarsi, conversare, mangiare o semplicemente osservare. Dopo circa un’ora, alcune figure che si trovavano tra il pubblico iniziano a raccontare una storia tratta dal romanzo e dal film Picnic a Hanging Rock.
La storia, ricca di descrizioni, si trasforma in un viaggio sonoro e visivo. Il racconto passa progressivamente dall’impersonale al soggettivo, mentre i performer diventano i protagonisti della storia, e ci troviamo ai piedi di Hanging Rock. La narrazione si svolge fino al punto in cui le ragazze scompaiono misteriosamente sulla montagna, per non fare mai ritorno. Nel frattempo, è calata la notte, e la visione si consuma nel buio. Anche i performer scompaiono nella notte, e con il passare del tempo il pubblico torna al punto di partenza del viaggio.

Progetto a cura di: DOM-
Liberamente ispirato al film di Peter Weir Picnic at Hanging Rock
Set design, testi e direzione artistica: Leonardo Delogu, Valerio Sirna
Collaborazione alla creazione e performer: Chiara Aru, Violetta Cottini, Filippo Gonnella, Carlotta Sofia Grassi, Sara Saccotelli
In dialogo con: Daniela Angelucci, Emanuela Freire
Sound design: Lemmo
Supporto tecnico: Mael Veisse
Cura del cibo: da definirsi di volta in volta
Produzione: Sardegna Teatro, Fuorimargine – Centro di Produzione di Danza e Arti Performative della Sardegna

Durata: 180’ circa

Associazione Culturale Spaziodanza
via Cornalias 24, Cagliari 09121
partiva iva: 01691040925
PEC: associazione.culturalespaziodanza@pec.it

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