Quel che resta si comporta come un organismo vivente. È un evento in continua mutazione, un moltiplicatore di vettori e prospettive, una condizione del respiro e di flessioni anatomiche. E’ l’interrogazione condivisa dai due corpi in dialogo e sulla quale innestano mappature dello spazio e accordi multiformi di ingresso nella danza, cercando ogni volta delle inattese capacità di adattamento. Dei modi inediti dello stare. Nella dimensione dialogica del duetto, quel che resta ha tracciato l’orizzonte visionario per moltiplicare le nostre presenze, mia e di Marta, per immaginare altri abitanti, per far riverberare temperature e territori laddove il movimento si fa più denso, concitato, oppure si sfilaccia e evapora. Per ritrovarci immerse, quasi nostro malgrado, in istanti unici e atteggiamenti di continua affezione e irresistibile risonanza. Per necessità di rinnovarci lo stupore. Quel che resta ha assunto la pregnanza tattile dello spazio tra i corpi o del tocco senza peso: dispiega un vocabolario di attese e ripartenze, di geometrie reiterate, di figurine, ghiaccio, resistenza e pelli, di pupille e sguardi e di ritornelli…
Concept e coreografia: Simona Bertozzi
Danza: Marta Ciappina, Simona Bertozzi
Musica: I. Stravinsky, AA VV
Light design: Giuseppe Filipponio
Organizzazione: Monica Aranzi, Chiara Boscariol
Produzione: Nexus 2021
Con il contributo di: Mic, Regione Emilia Romagna, Comune di Bologna
Con il sostegno di; Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio
Sieni e di Fondazione CR Firenze Residenze creative nell’ambito di Residenze
per artisti nei Territori a cura di Masque teatro, Artists in ResidenSì Bologna,
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle Arti Performative a Villa Manin 2021,
CSS Teatro stabile di innovazione del FVG